LA TIMIDEZZA DEL PINO

Giardino progettato da un gruppo di sei studenti al primo anno di master presso l'Ecole Nationale Supérieure du Paysage de Versailles-Marseille. Simbolo della città, il pino domestico è un elemento identitario del paesaggio di Juan-les-Pins e, più in generale, della regione.

© Films 06 et Azur 360

[Italien] La Timide du Pin

Giardino progettato da un gruppo di sei studenti al primo anno di master presso l'Ecole Nationale Supérieure du Paysage de Versailles-Marseille: Bousquet Marilou, Cavanié Antoine, Gontier Léo, Herrou Lisa, Lecrenay Valentine e Wolff Picard Oscar.

Prodotto in collaborazione con il Campus Vert d'Azur, l'Union Nationale des Entreprises du Paysage e la Città di Antibes.

Simbolo della città, il pino domestico è un elemento identitario del paesaggio di Juan-les-Pins e, più in generale, della regione. Invecchiando nelle città, il suo rinnovamento dipende dall'Uomo. Ma come possiamo essere consapevoli della sua presenza effimera? Nella società di domani, saremo tutti giardinieri.

La città sarà il nostro giardino e ognuno di noi contribuirà a questa audace prospettiva di vita in armonia con le piante in armonia con le piante. Scandendo questo giardino con diverse situazioni che ricordano l'arredamento di una casa, i progettisti invitano gli abitanti a farne un luogo di vita, in sintonia con i pini. Una successione di pendii piantati con essenze sensoriali tipiche delle garighe crea avvallamenti, come bozzoli. Ospitano sedute dove il visitatore può sistemarsi e osservare il pino da tutte le angolazioni, e in particolare la sua timidezza...Le loro sommità si avvicinano ma non si toccano, formando labirinti di luce nella chioma. È questo misterioso fenomeno che noi chiamiamo così, e di cui la pineta di Juan-les-pins è l'esempio più singolare in Francia.

Questo giardino è un invito a scoprire e sperimentare la timidezza del pino. Così, come un nido, il pino strutturerà diverse situazioni intime o condivise di contemplazione dell'albero. A questo si aggiunge una "scatola nera" con la sola entrata e il tetto come aperture, con lo scopo di incuriosire e invitare a osservare, alzando lo sguardo, le curve organiche che la tettoia ci offre. Al confine tra la pineta e la costa, questo giardino diventa una vera e propria bolla di relax e contemplazione, che invita a interrogarsi sul nostro rapporto con il tempo.